Sono andato a farmi la barba. Da Massimo. Ecco come è andata.

Ci sono delle abitudini urbane che andrebbero salvate e conservate come patrimonio storico e culturale di intere nazioni.

Una di queste è senza ombra di dubbio la figura del barbiere. Un personaggio lirico che non ha bisogno di alcuna smanceria. E’ un pezzo di storia dell’uomo.

Capite bene che constatare come i barbieri romani siano in via d’estinzione da qualche decennio è un vero psicodramma. A Roma centro ora ha chiuso anche Mario, il celebre Figaro del Parlamento, quello in via della Colonna Antonina.

Forse anche perché circondato da barbe hipster sempre più folte e inflazionate, mi stavo rassegnando al fatto che avrei dovuto rimandare un “vado a farmi fare la barba come si deve” a chissà quando e dove, finché un bel giorno mi contatta Massimo Bisante su facebook (e poi parlano male dei social network!) perché ha letto un mio vecchio pezzo sull’argomento.

Buonasera sig.Fiocchi mi chiamo Massimo Bisante faccio il barbiere in via della Frezza n69/a nel pieno centro storico di Roma. Mi è capitato di leggere un suo articolo sui barbieri e visto che a lei piace farsi fare la barba e noi siamo da circa 50 anni nello stesso locale ci farebbe piacere che ci venisse a trovare.

Tombola! Siamo anche vicinissimi di casa. Così prendo un appuntamento ed eccomi sul posto. Il locale è proprio come dovrebbe essere un barbiere di una volta. Accogliente, pulito, caldo. Originale.

Massimo è molto simpatico. E soprattutto molto bravo. Mentre mi prepara per la barba mi racconta la storia del negozio e la situazione attuale dei barbieri a Roma e in Italia. Lui ha imparato il mestiere da piccolo, grazie al padre, che nel 1965 ha aperto tale barberia in via della Frezza.

La verità è che non ci sono più barbieri che “sanno fare la barba”. La tendenza del #barbershop è riesplosa in questi anni grazie al ritorno delle barbe nella moda maschile (Proraso ha molto spinto, da questo punto di vista) ma nei parrucchieri e nei coiffeur (dove ormai vanno anche gli uomini da tempo) coloro che le curano fanno quasi tutto con i rasoi elettrici (che alla lunga bruciano i peli). Non sanno usare le forbici, figuriamoci il rasoio autentico.

L’impasto del pennello e della schiuma sulla pelle è lunghissimo. Il tempo si dilata. La cosa più bella di farsi la barba è forse proprio questa sensazione di rilassatezza. Di pausa.

Ho così modo di chiedere a Massimo quali sono i suoi clienti principali. Molti sono fedeli affezionati, che vengono da tutte le parti di Roma. Altri sono turisti. Attirati dalla vetrina, dal simbolo antico del barbiere.

Ci sono anche i vip. Certamente. Per esempio l’attore romano Marco Giallini, il calciatore Aleandro Rosi ma ci sono anche di passaggio Sergio Parisse e Mauro Bergamasco della nazionale italiana di Rugby.

Sergio Parisse e Mauro Bergamasco

Ma dopo la lama affilata ecco che arriva uno dei momenti più belli della tradizione barbiera: le pezze calde!

Siamo “quasi” alla fine. Prima dell’ultimo selfie spurio (allo specchio) per il risultato finale (baffi e mosca rifiniti a forbici e pettine), c’è tempo per un effetto speciale, il coup de théâtre di Massimo. Un massaggio facciale con una (leggermente inquietante) “mano bionica”.

Risultato, però, direi stupefacente. Voi che dite?

Grazie Massimo, alla prossima!

#PersonaggiRomani Massimo Bisante – Il barbiere di Roma – Barbershop Fra gli ultimi barbieri tradizionali nel centro di Roma.

Posted by 06blog.it on Giovedì 26 novembre 2015



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