Vanno ancora di moda i fiori? Per Paola e Alessandra sì. Nell’incanto evasivo del loro negozio, “un po’ gabbia e un po’ serra” (sussurra Alessandra) nel cuore della Roma dello shopping, a pochi metri da via Condotti, si può ancora respirare un clima antico. Elegante. Osiamo dire nobile.

Non a caso fra i clienti fedeli che non abbandonano Romano Fiori ci sono ancora le famiglie aristocratiche romane. Blasoni più o meno decaduti, ma ancora capaci di adornare le sale dei palazzi più belli di Roma. Una sorta di affetto parentale.

“Per molti anni abbiamo servito il Circolo della Caccia, qui dietro a Palazzo Borghese”

Viaggio nel Tempo

Quando si entra, al numero 20 di via Tomacelli, lo si fa quindi in punta di piedi. Perché in questo silenzioso gazebo ottocentesco, ormai senza più insegna (per folli motivi comunali) l’atmosfera quasi esotica ti colpisce subito. Un piccolo viaggio nel tempo, una fuga dal caos del Tridente.

“Questo negozio – ci dice Paola – lo ha creato nostro padre negli anni ‘50, ha cominciato lavorando prima come apprendista e poi pian piano si è creato la sua attività. Avevamo un negozio anche in via Sicilia (zona via Veneto, ndr) insieme a questo di via Tomacelli, ora siamo solo qui. Io e mia sorella. Resistiamo grazie alla conduzione familiare”.

Fiorai eleganti. Per chi vuole fare un servizio a domicilio curato e magari perdere anche del tempo alla scrivania. Per scrivere un bigliettino poetico. Su carta decente. Non quelle cose che ti restano incollate alle dita quando corri ad una laurea.

“Noi facciamo parte della vecchia scuola, abbiamo una clientela antica, che ormai ha passato alle nuove generazione l’amore per i fiori e per la gentilezza. Come un’eredità estetica. E di galateo per i fiori”.

Gli altri giovani comprano sempre meno fiori. Perché non sono stati abituati a vederli. Sentirli. Ci sono ancora i ristoranti, gli alberghi e gli addobbi per eventi, matrimoni e chiese.

“Ma sempre meno perché ormai è un settore specializzato. Spesso concentrato più sulla stilizzazione e la facile manutenzione, rispetto alla quotidianità del grande lavoro che c’è dietro i fiori”.

Ed il lavoro dietro c’è davvero, tanto. Proprio nel retro bottega. L’angolo più artigianale e “manuale” del negozio, che affaccia anche su via dell’Arancio.

I fiori più richiesti

Ma cosa chiede chi entra?

“Qui il grande classico sono le rose, bianche, rosse, ma anche le orchidee. Non esiste inflazione per questi gioielli della natura.

La cosa che colpisce, chiunque abbia ricevuto o regalato (ancora più emozionante) un mazzo di rose di Romano, è la loro “resistenza” al tempo.  Lo garantisco di persona, quale antico cliente.

“Le piante stagionali vanno meno, come le azalee, le ortensie, ma noi lavoriamo prevalentemente con i fiori. Ora per esempio c’è l’esplosione delle peonie. Del resto il nostro cliente abituale sa già quello che vuole. Entra e punta deciso alle sue preferenze”.

Il galateo delle rose.

La dozzina, la doppia dozzina. Il bouquet tondo. Il gambo lungo. Ma soprattutto la consegna a domicilio. Rapida, sicura, discreta.

“Faticosa. Perché Roma è diventata sempre più grande e caotica. E noi restiamo un punto di riferimento anche per le tempistiche. I clienti vanno di fretta. Molti di loro ci chiamano anche dall’estero. Clienti affezionati che ancora chiamano, o perfino italiani trasferiti che continuano a chiamare.

Lavoriamo molto col telefono (06 687 6145) con la mail (romanofiori85@yahoo.it). Non solo Interflora. La novità degli ultimi anni, è diventata la prova fotografica”.

Cambiamento sociale e del turismo.

Mentre tutti si riempiono la bocca di “qualità, eccellenza, ospitalità”, il mondo intorno a noi diventa sempre più dispersivo e di massa. Concept e megastore che impongono la stessa composizione per tutti. Annullando di fatto la personalità di un omaggio.

“Non è solo il mercato dei fiori che cambia – spiega Alessandra – è anche il modo di lavorare, del rapporto con società di servizi e personale. Certo, una volta c’era molto più opulenza. Cascate di fiori per ogni occasione. Ora va di moda la stilizzazione”.

E i turisti?

“Entrano sempre diversi turisti. Americani e russi. Poi gli orientali. Giapponesi su tutti”.

Di certo gli stranieri, quelli di un certo livello, notano subito la classe di questo posto.

Ecco qui, che altro dire? Un ringraziamento speciale ad Alessandra e Paola, ed un invito a tutti voi di passare a trovarle, anche solo per respirare il profumo, è proprio il caso di dirlo, di un’atmosfera unica.

*Nota Bene.
Questo articolo fa parte di una collezione che abbiamo cominciato a raccogliere, che punta a raccontare la Roma che resiste a cambiamenti sempre peggiori. Una Roma che non smette di difendere la sua Bellezza, la sua Storia, e vorrei aggiungere la sua Educazione. Perché Roma, nonostante tutto, resta Capitale del Mondo, con il compito di offrire civiltà, cultura e udite, udite, perfino Gentilezza.
Per questo motivo la categoria che abbiamo coniato, in questa fase di resistenza e resilienza, appunto #Romanistenza. Un modo tutto nostro di non arrendersi mai.



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