Li abbiamo provati in anteprima. Ecco le nostre impressioni.

Questa volta si fa sul serio.

Qualche mese fa, in giro per Roma centro, avevamo incontrato (e pure usato) alcuni monopattini elettrici in sharing. I cosiddetti e-scooter.

Si trattava, in effetti, degli stessi nomi che avevamo “vissuto” a Parigi, con delle piccole differenze. Tuttavia ci sono state importanti novità (e si attendono quelle definitive) sulla regolamentazione urbana di Roma e quei monopattini sono scomparsi.

In questi giorni però c’è stato il primo vero sbarco di una cospicua flotta di monopattini nella capitale. Circ, società di micro-mobilità (leaeder europeo contro i colossi americani), con all’attivo un servizio di monopattini in sharing in 40 città e 13 paesi d’Europa, è infatti pronta alla sfida romana.

Una bella sfida. Che noi di RomaOra promuoviamo e rilanciamo ovviamente con fiducia e passione. Le ragioni sono le stesse che trovate nel post di Parigi. La battaglia è sempre quella: rivoluzionare il concetto di traffico soprattutto nel centro della città.

Dire addio alla macchina privata, usufruire di ogni alternativa valida che faciliti gli spostamenti, ti renda “snello” e “pulito”, silenzioso e sostenibile, abbatta la ricerca del parcheggio, recuperi le geometria delle distanze autentiche…

Insomma lo sapete: il futuro

Lo ripeto. Nonostante, proprio in settimana, esca sul Corriere della Sera un pezzo a firma Alessia Cruciani, che sottolinea gli ostacoli di questo nuovo business. Più avanti affronteremo le stesse tematiche*, che non bastano certo a bocciare questi progetti: anzi.

Quelli di Circ sono stati così gentili da offrirci un test-drive in anticipo, nel deposito privato. La warehouse che ospita i monopattini, anche per la loro ricarica. Mentre si aspetta la decisiva voce dal comune di Roma, che chieda un numero minimo ed un numero massimo di veicoli per ogni azienda. Loro sono pronti. Prontissimi.

Dunque.

Ed eccoci qui, prove fatte, anche su Instagram. veniamo al dettaglio.

Il monopattino rispetto a quelli sopra descritti, è un po’ più grosso, le ruote sono piene, senza camera d’aria, e “cave” per assorbire meglio gli urti. L’esempio è stato quello di Lisbona. Fra le prime domande a fine post sul modello parigino, c’era proprio quella sul manto stradale romano. Purtroppo ormai celebre nel mondo…

Perciò ruote più larghe che garantiscono una stabilità migliore, freno anteriore e posteriore, pedana e telaio rinforzati, doppio ammortizzatore idraulico anteriore e posteriore, pneumatici e sospensioni rinforzati, doppio freno elettrico e meccanico.

La velocità è limitata a 20km/h, cosa buona e giusta, secondo noi. Sarebbe da applicare anche a tutti gli altri mezzi che circolano nel centro. Non occorre correre infatti, e piantare frenate, ma andare uniformi. Si arriva prima.

L’app (Android e Apple) è facile, intuitiva e funzionale. Elemento fondamentale perché il sistema funzioni e si faccia preferire ai competitors.

Costi

Come già scritto per gli altri e-scooter, non si possono definire mezzi “economici”. Non lo sono. Non sono giocattoli. Sono gioiellini, e come tali vanno tutelati. Soldi ben spesi.

Non è comunque ancora definito. Per darvi un’indicazione a Milano, durante la fase di test, il costo era di 1 euro lo sblocco e 19 c al minuto.

Il consiglio è comunque sempre quello di non prenotarli, che di norma aggiunge altro debito. Prendeteli “al volo”.

Regole

Qui ci sono, crediamo, le risposte più interessanti. Soprattutto per Roma.

Anche rifacendoci all’esperienza un po’ troppa anarchica dei precedenti esperimenti (quelli che poi fanno scrivere alla Cruciani dei rischi possibili).

Il casco è consigliato, ma non è obbligatorio. Si viaggia solo singolarmente. E fin qui tutto come prima. Ma è nel rilascio del mezzo che si farà più attenzione. Proprio per i problemi che possono nascere in una città come Roma. Ricordate il fallimento dell’ultimo bike sharing?

Circ sta studiando le zone romane facendo ben attenzione alle anse del Tevere. Non si potrà lasciare il monopattino ovunque. Sul marciapiede, sì, stando attenti a non intralciare il traffico pedonale, solo in alcune aree. Inoltre, parte della flotta verrà ritirata ogni notte.

Non solo. Circ ha avviato un rapporto di collaborazione con il Laboratorio di Ingegneria dei Trasporti dell’Università di Roma Tre per sviluppare una serie di attività per indagare le potenzialità della micro-mobilità elettrica tramite monopattino e i suoi riflessi sul contesto urbano della città di Roma.

Ciò che rende distintiva dunque la proposta di Circ è il controllo diretto delle operation e della supply-chain e la possibilità di intervenire direttamente sul prodotto, adattandone le caratteristiche tecniche e le dotazioni alle esigenze di ogni contesto urbano. Dal design alla produzione, dalla manutenzione fino all’erogazione del servizio, Circ gestisce infatti direttamente ogni aspetto della nuova soluzione. sottolinea

Tommaso Giacchetti, City Manager di Circ a Roma, ha dichiarato:

“Quella di Roma è certamente una sfida molto importante per Circ, da diversi punti di vista. Riteniamo però che la nostra esperienza internazionale, la capacità consolidata di gestire il servizio in contesti urbani molto complicati in tutta Europa, ci accreditino nella maniera migliore per candidarci ad essere un partner affidabile e serio per Roma Capitale nel grande progetto di sviluppo condiviso e sostenibile della micro-mobilità della città”.

Gli fa eco, Matteo Corasaniti , Director of Operations – Circ Italy.

“L’Italia è per Circ un mercato strategico e dalle grandi potenzialità su cui l’azienda ha continuato ad investire durante questi mesi di continuo dialogo con le Istituzioni che si sono impegnate a promuovere questa nuova forma di micromobilità. Auspichiamo ora che il lavoro svolto in questi mesi accanto ai Comuni produca, a stretto giro, un’introduzione del servizio che sia virtuoso e che tenga conto delle reali esigenze dei cittadini e del decoro urbano”.



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